Un Uragano verso l’Europa? In realtà quelli che arriveranno sul nostro continente saranno solo i resti dei due cicloni tropicali, soprannominati Maria e Lee, attivi nell’oceano Atlantico.
Il primo, visibile nella parte sinistra dell’immagine sottostante, è ormai stato declassato ad un “semplice” Uragano di categoria 1 e sta lentamente perdendo le sue caratteristiche tropicali. Non fatevi però ingannare dalle apparenze! Si tratta dello stesso sistema che qualche giorno fa aveva portato distruzione nelle isole dei Caraibi, ed in particolare a Porto Rico dove è ancora in atto la conta dei anni. Per quanto riguarda invece Lee, si tratta di una tempesta piuttosto “giovane” e destinata a rimanere in mare aperto.
Entrambi i sistemi tropicali rimarranno fortunatamente in mare aperto per qualche giorno, spostandosi molto lentamente verso nord-est. Usciranno quindi dalla “calma” delle basse latitudini per arrivare nel bel mezzo delle medio-alte latitudini dove in questa stagione iniziano a soffiare con insistenza venti di moderata intensità diretti da ovest verso est (i cosiddetti Westerlies). Maria e Lee verranno quindi letteralmente “aspirati” e “trascinati” a gran forza verso l’Europa, una dinamica che è ben visibile nell’animazione seguente dove vengono mostrati i venti e la pressione al suolo.
Maria e Lee sono ben visibili nella parte sinistra dell’immagine grazie ai due massimi molto ravvicinati che successivamente si spostano verso est.
Ad arrivare sulle nostre regioni saranno però solo i resti di questi cicloni tropicali, ormai indeboliti dalle fredde acque del nord atlantico. Come è possibile, quindi, che questi possano influenzare l’evoluzione del tempo anche sul nostro continente?
Ogni ciclone tropicale porta con se un’anomalia di venti e temperature che persiste per molti giorni anche dopo che il sistema ha perso le sue caratteristiche tropicali e riduce sensibilmente la predicibilità dell’atmosfera. In altre parole questi sistemi sono generalmente previsti con un ampio margine di incertezza da molti dei modelli globali che spesso non hanno né la risoluzione né i dati adatti per riprodurre la struttura interna del ciclone. Tale incertezza si propaga poi ad altre componenti dell’atmosfera, compromettendo la previsione.
Analizzando l’andamento della pressione al suolo prevista da vari scenari modellistici per l’inizio del mese di ottobre si intravede come l’arrivo dei due ex-Uragani comporti l’allontanamento progressivo delle line, ad indicare una notevole incertezza previsionale. Una caratteristica che invece non si intravede più ad est dove i centri di bassa ed alta pressione sono delineati con buona precisione.
Andando avanti di qualche giorno si nota come l’incertezza aumenti ancora di più proprio in prossimità del “fronte” tracciato dall’arrivo dei due ex-Uragani.
Ecco quindi spiegato il motivo dell’incertezza previsionale che ancora interessa l’evoluzione meteorologica della prossima settimana.
Articolo di Guido Cioni del 26 Settembre 2017 alle ore 17:26
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