Aumento delle emissioni proibite di CFC : strato di ozono in nuovo assottigliamento?

Uno studio di ricercatori statunitensi del NOAA, sulle pagine della rivista “Nature”, mette in evidenza un netto aumento delle emissioni dei clorofluorocarburi (CFC) in atmosfera, i principali responsabili dell’assottigliamento dello strato di ozono.

I clorofluorocarburi, o CFC, tempo fa erano considerati come una grandissima scoperta della chimica moderna. Tali sostanze stabili e versatili  venivano utilizzate in  tantissimi prodotti : dagli armamenti  militari alla lacca per capelli. Nel 1987, un team internazionale di scienziati dimostrò che questa famiglia di sostanze chimiche stava danneggiando lo strato protettivo dell’ozono della Terra a tal punto da creare un gigantesco buco nello strato di ozono in formazione ogni settembre sull’Antartide. Il cloro, contenuto in questi composti, è in grado infatti di interagire con gli atomi di ossigeno delle molecole di ozono, distruggendole. Perdendo l’ozono si va perdere anche lo schermo per le radiazioni ultraviolette provenienti dal Sole. Tale scoperta e studio portò, sempre nel 1987, alla firma del “Protocollo di Montreal” con il quale la comunità internazionale si impegnò a eliminare gradualmente l’uso di CFC entro il 2010.

Passi in avanti furono effettivamente fatti in tal senso, difatti secondo uno studio pubblicato su “Geophysical Research Letters” il buco dell’ozono sembrava si stesse chiudendo con un aumento dei  livelli di ozono uniti ad una diminuzione dei CFC. Nello specifico, tale studio, aveva analizzato i dati sulla composizione dell’atmosfera terrestre raccolti per 12 anni dal satellite della Nasa Aura i quali mettevano in risalto  il calo di CFC in atmosfera (con un tasso dello 0,8% all’anno) collegato alla diminuzione del 20% del tasso di distruzione dell’ozono.

Dal 2012, la  concentrazione nell’atmosfera dei CFC continua a diminuire, ma ad un ritmo nettamente più lento (di circa il 50%) rispetto al previsto e rispetto agli anni precedenti. Addirittura, dal 2014 in poi, le emissioni di CFC-11 sono nettamente aumentate, rispetto al declino previsto.  E’ quanto emerge dalle pagine della rivista “Nature” grazie ad uno studio condotto da ricercatori statunitensi della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).

impennata CFC

Grafico che mostra l’impennata verso l’alto dei Clorofluorocarburi (CFC) negli ultimi anni.

Ancora oscuri i motivi dell’aumento dei CFC nell’atmosfera, approssimativa anche l’esatta localizzazione di emissione degli stessi che sarebbe stata individuata in Asia orientale, senza ulteriori dettagli al momento.

A tal proposito le parole dell’autore di questo ultimo studio del NOAA, Stephen Montzka, mettono in evidenza l’importanza di tale scoperta, ma al contempo la necessità di scoprire ulteriori dettagli in merito, soprattutto sul motivo di tali emissioni e di conseguenza capire anche da parte di chi :

“Pensiamo sia molto probabile che qualcuno stia producendo il CFC-11, ma non sappiamo se sia per uno scopo specifico, o sia un prodotto secondario di qualche altro processo chimico. Sono necessari ulteriori studi per capire esattamente perché le emissioni di CFC stanno aumentando, e se si può fare qualcosa al più presto, perché quel che abbiamo scoperto ci sta portando nuovamente lontano dall’obbiettivo di recuperare tempestivamente lo strato di ozono!” afferma allarmato il ricercatore del NOAA Stephen Montzka, nonché l’autore dell’importante ed ultimo studio.

Articolo di Alberto Fucci del 22 Maggio 2018 alle ore 16:37

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