Clima: ondate di calore e umidità letali in continuo aumento

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Lo studio ha identificato migliaia di eventi estremi in meno di 40 anni, considerati al limite della tolleranza umana. L’aumento di focolai potenzialmente fatali era previsto per i prossimi decenni, ma i risultati suggeriscono che è già in atto.

Il numero di eventi meteorologici estremi continua ad aumentare per effetto del riscaldamento globale e minaccia concretamente la sopravvivenza umana in molte parti del mondo. Tra il 1979 e il 2017 le ondate di calore e di umidità anomala sono raddoppiate, sia in frequenza che in intensità, secondo un nuovo studio pubblicato su Science Advances. Si tratta di un avvertimento sui possibili scenari determinati dal cambiamento climatico, le cui conseguenze sono sempre più tangibili e preoccupanti. I ricercatori hanno identificato migliaia di focolai di combinazioni meteo letali in aree dell’Asia, dell’Africa, dell’Australia e  dell’America precedentemente non rilevati. Mentre studi precedenti avevano previsto un incremento degli eventi estremi più avanti nel secolo, i nuovi risultati mostrano che il cambiamento è già in atto.

Il team della Columbia University ha analizzato i dati di 7.877 stazioni meteorologiche, integrando i dati raccolti finora in base a medie registrate su ampie aree e fasce orarie con eventi brevi e localizzati. I ricercatori hanno scoperto che nel Golfo Persico, la regione più colpita da eventi estremi nel lasso di tempo analizzato, la combinazione di calore e umidità ha superato la soglia massima in 14 occasioni, con eventi potenzialmente letali nell’area di Doha, la capitale del Qatar. Altre aree cruciali sono state individuate negli USA, tra la costa sud-orientale del Texas al lato nord-occidentale della Florida, con il sud del Mississippi più colpito. “Studi precedenti avevano previsto che ciò sarebbe accaduto tra qualche decennio, ma questo dimostra che sta accadendo proprio ora”, ha affermato l’autore principale Colin Raymond. “I tempi di questi eventi aumenteranno e le aree che interessano cresceranno in correlazione diretta con il riscaldamento globale”.

L’umidità è particolarmente pericolosa per l’uomo nel contesto di un’ondata di calore, poiché altera il sistema naturale di raffreddamento del corpo che è la sudorazione. Eventi come questi, nello scenario di peggioramento previsto, rappresentano un serio rischio per la salute, soprattutto nei tropici e in zone subtropicali, dove l’umidità è già un fattore predominante. In condizioni estreme, l’evaporazione con cui la pelle espelle il calore può addirittura arrestarsi, portando ad un surriscaldamento del corpo in grado di compromettere la funzionalità degli organi, rivelandosi così fatale. Lo studio si basa sull’ipotesi di una soglia di sopravvivenza media, che in condizioni di umidità estrema non può superare i 35 °C, situazioni che si sono già verificate in piccole aree dell’Arabia Saudita, del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti. Altri focolai leggermente meno estremi, ma più frequenti, sono stati rilevati in India, Bangladesh e Pakistan, ma anche in Australia nordoccidentale e regioni costiere lungo il Mar Rosso e il Golfo della California del Messico.

“Potremmo essere più vicini di quanto pensiamo a un vero punto di non ritorno”, ha affermato il co-autore Radley Horton. Nei paesi ricchi l’aria condizionata aiuterebbe a mitigare l’impatto su una fascia di popolazione, ma ci sarebbero conseguenze ambientali ed economiche devastanti. Allo stesso tempo, non è un’opzione per moltissime persone nei paesi più poveri e ad alto rischio, dove l’agricoltura è la principale fonte di sussistenza.