Finalmente si inizia ad intravedere una via di uscita dal tunnel del bel tempo in cui stavamo viaggiando da ormai troppo tempo. Se da una parte avere giornate calde e soleggiate possa sembrare una circostanza positiva, bisogna sottolineare come gli aspetti negativi, tra cui il ristagno d’aria e il progressivo inquinamento dei grandi centri urbani, prevalgano.
A quanto pare l’ancora di salvezza non sarà fornita dalle perturbazioni Atlantiche, che sembrano godere di una pausa duratura, ma dalla prima irruzione fredda della stagione. Già da qualche giorno i principali modelli numerici di previsione meteorologica hanno identificato una possibile irruzione di aria fredda che dovrebbe concretizzarsi in meno di una settimana. La mappa sottostante, nella quale sono raffigurati i campi di pressione al suolo (linee bianche) ed in quota (colori), mostra con chiarezza la discesa di un nucleo freddo in quota sull’Europa, dinamica legata ad una contemporanea risalita dell’alta pressione sul nord Atlantico.
Tuttavia non possiamo fare a meno di notare che la previsione, vista la lunga distanza temporale, sia ancora soggetta a numerosi cambiamenti. Per quantificare l’incertezza possiamo dare un veloce sguardo alle mappe sottostanti, che riportano la differenza tra vari scenari previsionali per lo stesso giorno, 22 novembre. La prima immagine ci suggerisce che la previsione per le aree a ridosso dell’Europa e del Mediterraneo sia, in realtà, caratterizzata da una incertezza abbastanza contenuta.
Se sulla circolazione sembrano esserci solo dubbi marginali, il campo di temperatura mostra degli scostamenti consistenti. A ridosso del Mediterrano l’incertezza associata alla previsione delle temperature a circa 1500 metri di quota si aggira sui 4-5°C. Si tratta di un valore che può sembrare contenuto ma che porterebbe a scenari completamente diversi, soprattutto se si parla dell’occorrenza di precipitazioni nevose.
Analizzando le temperature per una determinata località, ad esempio Bologna, è possibile farsi un’idea ancora più precisa. I vari scenari previsionali riportati nell’immagine sottostante (linee colorate) mostrano un calo termico che sembra univocamente determinato a cavallo del 21 novembre. Tuttavia l’entità di questo calo non è inquadrata nello stesso modo dalle diverse previsioni. In particolare, le temperature in alta quota mostrano una differenza che supera anche i 20°C. La discrepanza delle previsioni per la temperatura a circa 1500 m di quota è più contenuta, ma sempre nell’ordine dei 10°C
Dunque, nonostante il calo termico sia ormai molto probabile, occorrerà ancora qualche giorno per determinare con precisione tempistica e diffusione di questo nuovo peggioramento.
Non ha senso, quindi, parlare di minime sotto zero o neve abbondante così in anticipo
Articolo di Guido Cioni del 15 Novembre 2015 alle ore 19:22
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