Marzo viene definito mese “pazzerello” proprio perché, essendo periodo di transizione tra due stagioni diverse, contempla estremi che sono tipici sia dell’inverno che della primavera. Fisicamente questo accade perché l’aria fredda che staziona verso il polo è sempre più disturbata dal riscaldamento in atto ed è quindi incline ad improvvise discese verso sud.
La circolazione delle masse d’aria sul nostro continente vede ormai da giorni l’instaurarsi di una vasta area di alta pressione, spesso foriera di bel tempo, che si estende dalle isole Azzorre fino ai paesi Scandinavi. Come risposta, sul margine orientale di questo anticiclone è presente una discesa di aria fredda, andata anch’essa consolidandosi nell’ultima settimana, associata a valori più bassi di pressione in quota. Tale meccanismo si può facilmente interpretare se si pensa ad una bilancia: se aria calda e stabile si insinua verso nord, aria fredda sarà costretta a scendere verso sud.
Vi è però un’altra interpretazione più elaborata che ci permette di avere qualche indizio in più sull’evoluzione nei prossimi giorni. Quella che vi abbiamo appena mostrato è una carta che rappresenta l’altezza della superficie isobarica di 500 hPa. Mettendo da parte i paroloni, si tratta semplicemente dell’altezza alla quale dovremmo salire in atmosfera per trovare una determinata pressione (50000 Pascal). Dunque, i massimi di questa variabile indicano delle “montagne” atmosferiche, lungo le quali l’aria scivola e si allontana. Viceversa, valori bassi dell’altezza di geopotenziale rappresentano “avvallamenti” verso i quali l’aria viene attratta spirelaggiando ed andando a formare le basse pressioni che poi troviamo al suolo.
Tenendo a mente questo paragone è più facile farsi un’idea dell’evoluzione meteorologica sul Mediterraneo, laddove è presente un vasto “avvallamento” (minimi di geopotenziale-isolinea di 5520 metri in figura) che continua ad attrarre aria fredda (colori verdi) dall’Europa orientale. Cerchiamo quindi di formulare qualche ipotesi sulla traiettoria della goccia fredda che si staccherà nei prossimi giorni dal serbatoio di aria fredda presente sui paesi scandinavi e che abbiamo evidenziato nell’immagine sottostante con la freccia azzurra.
L’effetto combinato dell’avvallamento presente sul Mediterraneo e dei venti in alta quota (evidenziati con le linee di flusso nella stessa figura) tenderanno a trasportare questa “bolla” di aria fredda verso il Mediterraneo, come mostrato nell’immagine sottostante.
La previsione per la giornata di lunedì vede la goccia fredda, leggermente indebolita dall’aria calda circostante che sarà ormai filtrata in quota, collocata a sud delle Baleari. In questo momento l’alta pressione si sarà ulteriormente approfondita sul mar di Norvegia, favorendo una nuova discesa di aria fredda verso ovest che non sembra però lambire l’area mediterranea.
A questo punto sorge spontanea la domanda:
come si esce da questa situazione che sembra auto alimentarsi?
La soluzione è semplice. Il ponte di aria fredda non potrà resistere a lungo contro l’alta pressione che, prevedibilmente, tenderà a spingere sempre di più verso est, a causa dei venti mediamente dai quadranti occidentali. In una manciata di giorni assisteremo quindi alla chiusura del canale di aria fredda e all’isolamento di una goccia fredda che, privata del serbatoio originale, tenderà a dissolversi lentamente. Tuttavia, ci sarà ancora spazio per lo sviluppo di instabilità a tratti che caratterizzerà il weekend e l’inizio della prossima settimana. Eppure, tutto è cominciato da così lontano…
Articolo di Guido Cioni del 11 Marzo 2016 alle ore 16:36
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