Salviamo il patrimonio glaciale! In Antartide sarà creata la “biblioteca dei ghiacci”.
Uniti per contrastare la perdita di importanti archivi paleoclimatici.
A causa dell’attuale riscaldamento globale, i ghiacci del Pianeta rischiano di scomparire e con essi anche il patrimonio scientifico che essi ci forniscono. Le Alpi insieme ai ghiacciai dell’Emisfero Boreale, stanno subendo notevoli cambiamenti e rischiano di scomparire sempre più ad ogni giorno che avanza. Ecco che nasce dunque un nuovo progetto, volto a creare un vero e proprio “archivio glaciale”, proposto e portato avanti dall’Università Grenoble Alpes, dal CNRS, dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e dal CNR, sotto la guida della Fondazione Università Grenoble Alpes.
Il programma prevede che nella seconda metà di agosto, gli scienziati saliranno a 4.300 metri di quota, sul ghiacciaio Col du Dôme del Monte Bianco, per prelevare le prime tre carote di ghiaccio che costituiranno la biblioteca mondiale di campioni estratti dai ghiacciai minacciati dal riscaldamento globale.
Le carote di ghiaccio saranno lunghe circa 130 metri ciascuna e una volta estratte saranno trasportate al Laboratorio di glaciologia e geofisica dell’ambiente (LGGE) dell’Università di Grenoble Alpes a Grenoble e al Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica. Solo una delle tre carote sarà analizzata nel 2019 per ottenere informazioni paleoclimatiche ed altre preziose informazioni che saranno messe a disposizione a tutta la comunità scientifica internazionale.
Per preservare quest’archivio ed evitare la contaminazione delle informazioni, le altre due carote nel 2020 saranno trasportate nella base Concordia in Antartide. Per difendere e preservare questo patrimonio, sarà scavata una grotta sotto la neve a circa -54°C, in modo tale da creare un sicuro e naturale congelatore.
Ma questa è solo la prima tappa del progetto!
La seconda vedrà coinvolte le Ande boliviane (ghiacciaio Illimani) nel 2017 ed entreranno a far parte del progetto i ghiacciai della Germania, dell’Austria, della Svizzera, del Brasile, degli Stati Uniti, della Russia, della Cina, del Nepal e del Canada.
La necessità di creare quest’archivio è partita non solo dall’evidenza dell’attuale scioglimento dei ghiacciai ma anche dallo studio degli scenari futuri. Osservando la temperatura di molti ghiacciai, ad esempio è stato osservato che in 10 anni, la temperatura dei ghiacciai del Col du Dôme e dell’Illimani è aumentata di 1,5 e 2 gradi, rispettivamente e secondo le previsioni si stima che la loro superficie sarà soggetta a una fusione sistematica nei prossimi dieci anni. Inoltre la creazione di mulinelli, provocata dalla fusione, accelererebbe il moto dei ghiacciai verso valle, in quanto l’acqua agirebbe da lubrificante tra il ghiacciaio ed il substrato roccioso, per cui la situazione diventerebbe sempre più allarmante!
In un momento storico in cui si concretizza sempre più il timore di perdere gran parte del patrimonio glaciale mondiale, è responsabilità degli scienziati cercare di preservare le informazioni legate a tali reperti. Ciò garantirà alla generazioni future di paleoclimatologi e glaciologi, di avere a disposizione il supporto scientifico necessario per studi futuri.
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