Gli Usa si dividono in due nelle misure di taglio delle emissioni.
In un momento così critico, in cui il Clima sembra “impazzire”, è sempre più importante adottare le politiche di riduzione dei gas serra definite dall’Accordo di Parigi per ridurre la componente del riscaldamento globale di origine antropica. Eppure sembra che dopo le recenti elezioni in Usa, il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, voglia tirarsi indietro da tale accordo, minacciando di ritirare la firma degli Usa e stracciando il Clean Power Plan (CPP), ovvero la legge di Obama che stabilisce i tagli alle emissioni del 30% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Trump addirittura ha affermato che il Cambiamento Climatico è stato “inventato dai cinesi per colpire la produzione statunitense”, liquidando l’accordo di Parigi come “una delle cose più stupide che abbia mai sentito nella storia della politica”.
Azioni ed ffermazioni che per la comunità scientifica internazionale e per i sostenitori della teoria che i Cambiamenti Climatici attuali siano accelerati dall’azione umana, possono risultare folli e una vera e propria minaccia per l’intero Pianeta, considerando che gli Stati Uniti e la Cina sono i principali emettitori di gas serra (stando alla più recente analisi delle emissioni pro-capite – fonte: Global Carbon Budget).
A sostenere questa “folle idea” sarebbero addirittura ben 24 Stati, i cui leader sarebbero i procuratori generali del West Virginia e del Texas, rispettivamente Patrick Morrisey e Ken Paxton. Questi ultimi non solo vogliono bloccare il CPP, ma vorrebbero anche fare in modo che in futuro l’EPA (Environmental Protection Agency) non possa in alcun modo reintrodurre misure simili.
Fortunatamente ben 14 Stati, tra cui California, New York e Virginia, si oppongono totalmente a questa visione di Trump, sentendosi minacciati dai Cambiamenti Climatici in prima linea, a causa dell’aumento del livello del mare, della frequenza sempre più elevata degli eventi estremi, dell’aumento della siccità in molte aree e così via. Tant’è che i rispettivi procuratori generali dichiarano che indipendentemente dalle scelte di Trump saranno fedeli al CPP, cercando di ridurre le emissioni. Citando il governatore della California Jerry Brown: “Siamo la quinta o sesta economia al mondo e abbiamo tutti gli strumenti economici, scientifici e politici per portare avanti la battaglia. E non abbiate dubbi che lo faremo”. Ciò è possibile in quanto secondo il mandato ogni Stato può elaborare la propria strategia di intervento.
Gli Usa sono attualmente divisi in due, ma considerando che il Cambiamento Climatico è un problema reale e che l’attività antropica sta accelerando la variabilità climatica naturale, qualora Trump non tornasse indietro in questa decisione, dove andremo a finire?
–> Vai al video di approfondimento Articolo di Giusy Fedele del 05 Gennaio 2017 alle ore 12:46
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