La catena alpina è forse una delle regioni in Europa dove gli effetti del riscaldamento globale si avvertono maggiormente. Tralasciando la situazione ormai critica dei ghiacciai, in calo da decenni sia in estensione che spessore, la copertura nevosa invernale, pur variando di anno in anno, mostra anch’essa una inesorabile diminuzione. A farne le spese sono in primis le riserve idriche di molte regioni, non solo nell’area alpina, ma anche i comprensori sciistici che ogni anno sono costretti ad utilizzare neve artificiale per mantenere l’affluenza.
Un nuovo studio pubblicato nella rivista “The Cryosphere” nel mese di febbraio ha cercato di quantificare proprio il rischio per quanto riguarda l’innevamento alpino utilizzando alcune proiezioni climatiche fino al 2085. Tali scenari sono calcolati utilizzando dei modelli di previsione simili a quelli sfruttati per produrre previsioni “meteorologiche” ma ottimizzate per fornire risultati su scale temporali più estese seppur con un minor dettaglio spaziale. Purtroppo i risultati non sono molto incoraggianti.
Se si considerano diverse quote comprese tra i 1000 ed i 3000 metri è possibile quantificare la durata annuale del manto nevoso, ovvero il numero di giorni con neve al suolo. Mentre a quote molto alte la riduzione è di circa 50 giorni, a quote inferiori ai 1000 metri la durata dell’innevamento cala dai circa 100 giorni attuali (sostanzialmente la stagione invernale) a valori prossimi allo 0.
Questo significa che in poco meno di 100 anni (gli scenari si riferiscono al 2085) località poste sotto i 1000 metri di altezza potrebbero non vedere più un cm di neve nemmeno durante l’inverno!
L’altezza media del manto nevoso ricalca il comportamento già osservato per la durata. Nella figura sottostante la linea nera rappresenta l’andamento attuale (con i suoi massimi e minimi, linee tratteggiate) mentre quella blu l’andamento previsto nel 2085. Come è facile osservare non è solo la durata ad essere modificata: mentre a 500 metri la neve sparisce definitivamente, a 3000 metri l’altezza media viene oltremodo dimezzata.
Come già accennato si tratta di un grosso problema sia per le risorse idriche sia per il turismo invernale. Volendo considerare la mappa dei comprensori sull’arco alpino, ottenuta dal portale Bergfex, si possono considerare tutti quelli che risiedono rispettivamente ad altitudini inferiori (cerchi rossi), prossime (cerchi gialli) e superiori (cerchi rossi) ai 1200 metri. Quasi 200 degli oltre 900 comprensori rischiano quindi di non vedere più neve naturale nei prossimi 50 anni, mentre “solo” 389 avranno un minor rischio.
Bibliografia
Marty, C., Schlögl, S., Bavay, M., and Lehning, M.: How much can we save? Impact of different emission scenarios on future snow cover in the Alps, The Cryosphere, 11, 517-529, doi:10.5194/tc-11-517-2017, 2017.
Articolo di Guido Cioni del 14 Marzo 2017 alle ore 12:24
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