Nel secondo appuntamento, relativo alla Circolazione Generale dell’Atmosfera, andiamo a comprendere meglio le conseguenze meteo-climatiche che provoca l’ITCZ e anche qualche curiosità relativa alle zone equatoriali. Qual è la piovosità media annua di tali zone? Entriamo nel vivo del settimo appuntamento del percorso didattico…
Prima di passare alla Circolazione Generale dell’Atmosfera relativa alle altre 2 celle dell’emisfero boreale (Cella delle Medie Latitudini e Cella Polare) andiamo a fare un piccolo focus sulla Linea di Convergenza Intertropicale di cui abbiamo cominciato a parlare nel precedente appuntamento. Illustrando la Circolazione Generale dell’Atmosfera di tutta la Cella di Hadley, abbiamo scoperto come si origina l’Alta Pressione delle Azzorre, nonchè la cintura delle Alte Pressioni Sub-Tropicali ubicate intorno ai 30°N di latitudine. Se ricordate, però, dicemmo che poco più giù delle Alte Pressioni, ovvero in prossimità dell’Equatore, troviamo, invece, un’Area di Bassa Pressione data dallo “scontro”, ovvero dalla convergenza, degli Alisei discendenti da Nord-Est per l’emisfero boreale con gli Alisei ascendenti da sud-est per l’emisfero australe. Quest’area prende il nome, appunto, di Intertropical Convergence Zone (ITCZ) ovvero Linea di Convergenza Intertropicale che è importantissima anche per le sorti meteo-climatiche della nostra Italia, specie per la stagione estiva. Difatti un’ITCZ più a nord, tipico della stagione estiva, spinge la cintura delle Alte Pressioni sub-Tropicali anch’essa più a nord verso il Mediterraneo e Italia, apportando ondate di caldo, talora anche molto intense quando tale linea si trova in posizione ancora più settentrionale rispetto alla norma.
Ma come si presenta generalmente da satellite la Linea di Convergenza Intertropicale (ITCZ)?
Si tratta di una vera e propria area di bassa pressione semipermanente, sempre visibile da satellite, caratterizzata da continui sviluppi di moti convettivi e dalla formazione di grandissimi cumulonembi, come possiamo notare nella cerchiatura rossa. Notiamo proprio la linea orizzontale di nubi convettive e cumulonembi che si estendono a latitudini prossime all’Equatore.
L’ITCZ che piovosità media annua provoca nelle zone equatoriali?
Le nubi convettive provocano piogge e rovesci molto insistenti sulle zone prossime alla linea equatoriale. La piovosità media annua si attesta, difatti, molto spesso al di sopra dei 3500 mm ovvero una piovosità mediamente 3 volte e mezzo maggiore di quella di Milano che si aggira intorno ai 1000 mm annuali, tanto per fare un esempio. Le precipitazioni , data la continua formazione di imponenti cumulonembi, sono spesso sotto forma di fortissimi rovesci e temporali in grado di scaricare al suolo, in 1 ora, un grandissimo quantitativo di acqua. Di conseguenza anche l’umidità risulta essere molto elevata e combinata a temperature medie annue molto calde che si aggirano, sui 27-28°C entro i 100 mt di altitudine sul livello del mare. Un clima dunque difficilmente sopportabile per chi non è abituato a vivere a tali latitudini, reso ancor più estremo dalle inclinazioni molto forti dei raggi solari. Stiamo descrivendo, chiaramente, le caratteristiche predominanti del clima tropicale di tipo equatoriale che, secondo la classificazione dei climi del climatologo Koppen, si differenzia dalle altre due tipologie di clima tropicale (monsonico e savana) , in quanto il clima tropicale di tipo equatoriale è rappresentato, mediamente, da un’unica stagione, quella delle piogge molto frequenti e abbondanti a differenza del clima tropicale monsonico e del clima tropicale di tipo savana contraddistinti, mediamente, da una stagione secca e da una stagione delle piogge. Chiaramente questa classificazione non deve essere presa “alla lettera”, in quanto anche nel clima tropicale equatoriale si distinguono periodi dell’anno più secchi e periodi dell’anno più piovosi, ma tuttavia c’è una suddivisione meno marcata rispetto alle altre due tipologie di clima tropicale. E’ facile intuire che in corrispondenza delle zone a clima tropicale equatoriale, abbiamo le grandi foreste pluviali che rappresentano il polmone verde del nostro Pianeta, nonchè un nodo cruciale per l’equilibrio ambientale e climatico globale.
La domanda può sorgere spontanea : “Quali sono le zone a clima tropicale di tipo equatoriale?” Eccole in cartina evidenziate in rosso :
Corrispondono a : Brasile settentrionale e nord-orientale, Indonesia, lo Sri Lanka, la Repubblica dominicana, il Panama, il Costa Rica (Cartago, Limon e Puntarenas), la Colombia centrale e meridionale, Perù orientale e parte del Nicaragua.
Per trovare, invece, un clima generalmente e mediamente molto più secco ed arido, con la presenza di uno dei più grandi deserti del Pianeta, il Sahara, dobbiamo collocarci immediatamente al di sopra della Linea di Convergenza Intertropicale (ITCZ), ovvero ad una latitudine di circa 25-30°N (zone sub-tropicali), in corrispondenza dell’Africa Settentrionale, dove le correnti discendenti relative alle masse ascensionali di aria calda equatoriali, provocano, per subsidenza, il riscaldamento, l’essiccamento della colonna d’aria e la dissolvenza di nubi. Ciò determina la formazione della fascia delle Alte Pressioni sub-tropicali, come abbiamo ben appreso dal precedente appuntamento.
Le prossime puntate saranno focalizzate sulla Circolazione Generale dell’Atmosfera relativa alle altre 2 celle (Cella Medie latitudini e Cella Polare). Quali influenze meteo-climatiche apportano anche per la nostra Penisola? Quali figure bariche sono presenti in queste due Celle? Come nasce il Vortice Polare? Restate sintonizzati su www.meteoindiretta.it
Articolo di Alberto Fucci del 18 Novembre 2017 alle ore 14:04
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