Vortice Polare, Alte e Basse Pressioni : posizionamenti e variazioni meteo-climatiche

Eccoci giunti alla fine della trattazione della Circolazione Generale dell’Atmosfera. Abbiamo visto, negli ultimi appuntamenti relativi al percorso didattico, la Circolazione relativa alle 3 celle (Cella di Hadley, Cella delle Medie Latitudini e Cella Polare) e abbiamo scoperto l’origine di importanti figure di alta e bassa pressione che condizionano il tempo anche alle nostre latitudini  (Alta Pressione delle Azzorre, Alta Pressione Sub-Tropicale Africana, ITCZ, Vortice Polare, Ciclone d’Islanda). In questo articolo, come promesso, attraverso cartine modellistiche di reanalisi di configurazioni meteo passate, andremo a toccare con mano come i diversi posizionamenti di tali figure condizionano la variabilità meteo-climatica, ovvero ci accorgeremo quali sono le configurazioni e i giusti incastri per avere condizioni di bel tempo o di maltempo sull’area del Mediterraneo, nonché sulla nostra Penisola.

Iniziamo questo articolo con una figura barica che è fondamentale per le sorti meteorologiche di quasi tutto l’emisfero boreale : il Vortice Polare. Tale figura di bassa pressione semipermanente, spesso in fusione specie nel semestre freddo con il Ciclone di Islanda e il Ciclone delle Aleutine come abbiamo detto nel precedente appuntamento, ha delle variazioni di estensione ed intensità dipendenti prima di tutto dal periodo dell’anno, ovvero dalla stagionalità. Nel semestre freddo, soprattutto nella stagione invernale, il Vortice Polare risulta molto più esteso, intenso e quindi con velocità di rotazione maggiore. Di conseguenza i  geopotenziali  sono molto bassi al suo interno, indicanti profonde depressioni colme di aria gelida. Si possono raggiungere, difatti, temperature a 850 hpa (1500 mt circa di altezza) anche oltre i -30°C sul settore canadese e groenlandese, ma anche sul settore siberiano. Di conseguenza le differenze bariche, in termini di pressione e geopotenziali che intercorreranno tra alte e medie-basse latitudini saranno più marcate, specie in presenza di un Vortice Polare compatto. Nel semestre caldo, soprattutto in estate, il Vortice Polare sarà molto meno esteso, molto meno intenso con velocità di rotazione minore e racchiuderà in sè valori termici molto più alti : in genere raramente si superano i -10°C a 850 hpa relativi alle latitudini polari, groenlandesi e canadesi e anche i geopotenziali risultano più alti e indicheranno quindi una distribuzione barica in termini di geopotenziali e pressione più uniforme tra alte e medie-basse latitudini. Vediamo un esempio di Vortice Polare nella stagione invernale nella seguente immagine :

FFFF

Vortice Polare compatto. Cartine di reanalisi, fonte Meteociel, del 25 febbraio 1990 indicanti i geopotenziali a 500 hpa e pressione al suolo e le temperature a 850 hpa

Tale cartina di reanalisi indica il Vortice Polare nella stagione invernale, precisamente al 25 febbraio 1990. Trattasi di Vortice Polare invernale compatto. I colori viola scuro e nero indicano geopotenziali molto bassi i quali rappresentano depressioni molto intense con massiccia presenza di aria gelida ma relegate alle alte latitudini, difatti come possiamo notare dalla cartina termica a 850 hpa (1400 mt di altitudine), abbiamo temperature anche inferiori ai -30°C a latitudini polari, groenlandesi e canadesi. Al contempo le medie e basse latitudini, Italia inclusa sono contraddistinte da geopotenziali arancioni indicanti campi di alta pressione apportatori di tempo stabile e anche mite in quota come notiamo dalla cartina termica (anche fino a +8/+12 gradi a 850hpa ossia a 1400 mt di altitudine).

Andiamo ora ad osservare un tipico esempio di Vortice Polare estivo riferito al 22 luglio 2016 :

Cartine di reanalisi Meteociel del 22 luglio 2016 indicanti i geopotenziali a 500 hpa e le temperature a 850 hpa

Cartine di reanalisi, fonte Meteociel, del 22 luglio 2016 indicanti i geopotenziali a 500 hpa e pressione al suolo e le temperature a 850 hpa

Notiamo differenze rispetto all’inverno. Il Vortice Polare risulta molto meno esteso ed intenso con geopotenziali e termiche a 1400 mt decisamente più elevati e una distribuzione barica in termini di geopotenziali e pressione più uniforme tra alte e medie-basse latitudini. Tuttavia anche in queste immagini abbiamo un Vortice Polare estivo abbastanza compatto con il Mediterraneo e l’Italia interessate da Alte Pressioni (delle Azzorre e sub-tropicale africano).

 

La domanda può sorgere spontanea : “Cosa deve succedere per avere situazioni depressionarie sul Mediterraneo e sulla nostra Italia? E per avere il freddo nella stagione invernale?”

Il Vortice Polare non deve essere compatto e molto forte alle alte latitudini, ciò vuol dire che le vorticità depressionarie, accompagnate da termiche gelide o fredde non devono concentrarsi solo alle alte latitudini, così come le alte pressioni non devono concentrarsi solo alle medie-basse latitudini. Per far risultare il Vortice Polare in discesa e in allungamento anche verso le medie latitudini mediterranee c’è bisogno quindi di flussi di calore in risalita verso le più alte latitudini. Questi flussi di calore in risalita possono essere identificati, in parte, della risalita dell’Anticiclone delle Azzorre verso latitudini atlantiche o dell’Europa occidentale. Come dicemmo in altri appuntamenti tale anticiclone svolge un ruolo importantissimo per le sorti meteorologiche dell’area mediterranea e quindi anche per la nostra Italia. In Meteorologia una risalita meridiana di aria calda rappresentante un campo di alta pressione è contro bilanciata sempre da una discesa fredda meridiana poco più ad est. In tal modo si assisterebbe ad un indebolimento del Vortice Polare, nonché ad un riscaldamento termico dello stesso alle alte latitudini e questo comporterebbe la sua la discesa verso il Mediterraneo e l’Italia apportando condizioni di maltempo con temperature più fredde.

E’ chiaro quindi che, la tipologia delle masse d’aria in arrivo sul Mediterraneo e sulla nostra Penisola dipenderà, in parte, anche dall’intensità e dall’esatto posizionamento  dell’Alta Pressione delle Azzorre in risalita : se è posizionata in pieno Atlantico, ad esempio, con un elevazione non troppo pronunciata sui meridiani, la nostra Penisola sarà più soggetta a masse d’aria instabili di origine nord-atlantica, se si erge in senso meridiano più ad est tra Atlantico ed Isole Britanniche sarà possibile un irruzione artica sull’Italia con aria quindi ben più fredda, se si erge ancora più ad est curvandosi anche verso la Scandinavia, sarà possibile l’avvicinamento da est verso ovest di masse d’aria molto fredde di tipo continentali provenienti dalla Russia ed Europa nord-orientale. Vediamo un tipico esempio di irruzione artica sull’Italia relativa allo scorso 15 gennaio 2017 dettato da flussi di calore in risalita fino alle Isole Britanniche relativi all’Anticiclone delle Azzorre. Tale movimento genera la discesa del Vortice Polare con allungamento dello stesso verso l’Italia. Osserviamo bene la seguente cartina :

Irruzione artica sull'Italia del 15 gennaio 2017

Irruzione artica sull’Italia del 15 gennaio 2017. Cartina di reanalisi, fonte Meteociel, indicante i geopotenziali a 500 hpa e pressione al suolo.

Altri fattori che possono rendere il Vortice Polare meno intenso, non compatto, addirittura diviso in 2 lobi (un lobo canadese e un lobo siberiano) sono l’azione dell’Alta Pressione Aleutinica e l’azione di Alte Pressioni Termiche Polari, oppure in alcuni casi addirittura l’elevazione delle Alte Pressioni dinamiche (Alta Azzorre, Alta Scandinava). Ecco un tipico esempio :

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L’Alta Pressione Polare consente la scissione del Vortice Polare in 2 lobi : Lobo Siberiano e Lobo Canadese. Cartina di Reanalisi, fonte Meteociel, indicante i geopotenziali a 500 hpa e pressione al suolo.

Nei prossimi articoli relativi al percorso didattico inizieremo a parlare delle “anomalie” della Circolazione Generale dell’Atmosfera, anomalie riconducibili anche alle teleconnessioni con  i relativi indici che rappresentano un supporto per la previsione a medio-lungo termine che inizieremo ad elaborare appena terminerà il percorso didattico. Cosa sono le teleconnessioni? Come nascono? Mettono in relazione cosa? Restate sintonizzati su www.meteoindiretta.it

 

Articolo di Alberto Fucci del 28 Novembre 2017 alle ore 11:56

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