Il Mediterraneo e l’Italia continueranno ad essere interessate da afflussi perturbati nord-atlantici tra fine seconda decade ed inizi terza decade di gennaio, dove un profondo sistema depressionario nord-atlantico entrerebbe parzialmente sulla nostra Penisola richiamando anche aria fredda di origine polare-marittima. Piogge, rovesci con qualche nevicata a quote basse specie al centro-sud. Scopriamo insieme tutti i dettagli in questo articolo di analisi.
Nell’ultimo articolo di analisi avevamo parlato della forte spinta del getto zonale collegata al lobo del Vortice Polare Canadese, che avrebbe catapultato sull’Italia una perturbazione atlantica seguita anche da aria fredda di origine polare-marittima nel lungo termine. Bene… i modelli tra alti e bassi, assolutamente normali quando ci troviamo a parlare di lungo termine, stanno confermando mediamente questa ipotesi seppur con intensità diverse. Soprattutto tra il 20 e 21 gennaio, quindi ad inizi terza decade, una saccatura più profonda potrebbe fare il suo ingresso sull’Italia da nord-ovest, a causa della parziale risalita dell’Anticiclone delle Azzorre in Atlantico, facilitata dal parziale svuotamento di vorticità del Lobo del Vortice Polare Canadese, che andrebbe a redistribuirsi con le sue vorticità più ad est in direzione dell’Europa centrale.
Il grado di risalita (estensione meridiana e durata) verso nord in Atlantico dell’Anticiclone delle Azzorre andrà a scandire l’intensità di questa fase di maltempo, ovvero andrà a stabilire il grado di penetrazione sull’Italia della grande struttura perturbata derivante, come dicevamo prima, dalla redistribuzione ad est di parte del Lobo del Vortice Polare Canadese. Più profonda sarà la ferita nel Mediterraneo e maggiore anche sarà il contributo di aria fredda di origine polare marittima e artica che andrebbe a richiamare la struttura perturbata.
Ora cerchiamo di capire bene insieme tutto quello che abbiamo esposto, con alcune immagini modellistiche che ci aiuteranno bene a far capire maggiormente i movimenti barici a partire dalla situazione che abbiamo attualmente e fino a metà della terza decade di gennaio :
Partiamo dalla situazione attuale relativa a queste ore che vede ancora l’Alta Pressione Scandinava con scissione in 2 lobi del Vortice Polare e netto raffreddamento dell’Europa orientale con retrogressione di aria gelida di origine continentale in avanzamento da est verso ovest. Dicemmo nei precedenti appuntamenti, che il gelo non sarebbe avanzato sin sul Mediterraneo ed Italia a causa della spinta zonale del Lobo Canadese del Vortice Polare, difatti attualmente la nostra Penisola è in una sorta di “limbo barico” tra l’azione del flusso perturbato atlantico ad ovest e la presenza di aria gelida continentale in retrogressione antizonale dal Vortice Polare Siberiano, presente sull’Europa orientale, che marginalmente e in maniera molto debole riesce ad interessare il nord Italia :
Non possiamo far altro che confermare anche l’altro step di previsione relativo al precedente articolo di analisi : ovvero l’erosione dell’Alta pressione scandinava per un’ulteriore accellerata del flusso zonale atlantico. Ed eccoci nel punto pregnante : la spinta zonale sarà così forte da consentire una redistribuzione delle vorticità dei Lobi del Vortice Polare, soprattutto quello Canadese, infatti vorticità molto profonde, lasceranno i loro luoghi di origine per mettersi in marcia verso est fin sull’Europa centrale. Intanto l’Alta delle Azzorre inizierebbe a salire di latitudine in Atlantico consentendo il successivo abbassamento di latitudine, verso l’Italia, del grosso ammasso perturbato :
Ed eccoci giunti al momento dell’ingresso sull’Italia di parte delle vorticità nord-atlantiche, (20-21 gennaio) accompagnate anche da aria fredda polare-marittima ed artica, infatti si nota sull’Italia l’ingresso di isoterme a 850 hpa (1400 mt circa) fino a -4/-5. Al momento quindi è da attendersi anche qualche nevicata, specie al centro e al sud tra la giornata di sabato 20 gennaio e domenica 21 gennaio, localmente fino a quote piuttosto basse. Ricordiamo che parliamo di lungo termine e che questo è un articolo di analisi delle configurazioni bariche previste a larga scala, non un articolo di previsione dettagliata per l’Italia zona per zona. Per le previsioni dettagliate bisogna aspettare qualche giorno e collocarsi almeno nel range delle 72 ore dal giorno di previsione desiderato. I modelli meteorologici hanno bisogno ancora di inquadrare per bene i dettagli di questa fase più fredda e perturbata relativa al prossimo week-end. Come detto prima molto dipenderà dall’Anticiclone delle Azzorre. Maggiore sarà la risalita verso nord dell’Alta delle Azzorre e maggiore penetrazione avrà la grande struttura perturbata e maggiore sarà anche la dose di aria fredda a suo carico.
Per il prosieguo, ovvero dal 23 gennaio in avanti, osserviamo le ENSAMBLE del nord Italia e del centro-sud Italia relative al modello americano GFS :
Ci sarebbero 2 ipotesi :
1) continuazione di una terza decade senza troppi scossoni, non eccessivamente fredda e a chiaro stampo zonale, magari con qualche altra perturbazione atlantica dettata da una corrente a getto sempre molto vigorosa, alternata a giorni più stabili e anticiclonici. Ipotesi contemplata dalla maggior parte degli spaghi (e quindi più probabile al momento) che non raggiungono termiche dell’ordine di circa -5 sia per il nord che per il centro-sud.
2) Possibile stop della corrente a getto, con risalita dell’Anticiclone delle Azzorre più convinta, in piegamento verso nord-est, e afflusso di correnti molto fredde di origine continentale provenienti dall’Europa orientale con centro-sud adriatico più esposto. Ipotesi contemplata dalla minoranza di spaghi (e quindi meno probabile al momento) che partono dalla termica -5 a scendere, avvicinandosi anche alla -10.
Occorrerà aggiornarci a breve con una nuova analisi. Restate connessi su www.meteoindiretta.it
Articolo di Alberto Fucci del 14 Gennaio 2018 alle ore 21:12
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