Vortice Polare mai così forte: Indice AO a +6.34, da record!

L’indice AO, indicatore dello stato di forza del Vortice Polare in Troposfera, ha raggiunto il valore record di +6.34, battendo il precedente record di +5.90 relativo al Febbraio 1990: è il dato inequivocabile che certifica la compatezza e la fortezza da record del Vortice Polare anche in Troposfera. Da fine dicembre tale indice è stato sempre nettamente positivo rendendo l’inverno pressochè nullo sull’Europa, specie per le medie-basse latitudini…

Cominciamo questo articolo andando a spiegare cosa è l’indice AO e cosa va a descrivere una fase positiva o negativa dell’Indice…

L’Indice AO è un indice troposferico che misura la differenza di pressione tra il Circolo Polare e le medie latitudini (37°- 45° N). Il clima di tutto l’emisfero settentrionale è condizionato da una ciclica variazione della pressione nota come Arctic Oscillation (AO). Nel nostro emisfero, al di sopra dei 50° di latitudine N staziona in maniera quasi permanente una profonda depressione, il Vortice Polare, il quale nel semestre freddo, allungandosi verso sud, va anche ad alimentare due distinti centri di bassa pressione: il Ciclone d’Islanda nel Nord Atlantico e il Ciclone delle Aleutine nel Pacifico Settentrionale.

AO+ (Valori > +0,5): Il Vortice Polare tende ad intensificarsi e a divenire più compatto e l’aria sovrastante il Polo Nord tende a raffreddarsi. Un regime di AO+ identifica un Vortice Polare più intenso e compatto, che resta confinato a latitudini abbastanza elevate, alimenta maggiormente le piovose e fredde depressioni nord atlantiche ed artiche, che tendono ad essere sì numerose e profonde, ma nello stesso tempo risultano anche veloci e costrette a seguire traiettorie a latitudini molto elevate, in un contesto di spiccata zonalità. Contestualmente alle medie-basse latitudini europee diventa più probabile l’espansione di campi di alta pressione, anche di matrice sub-tropicale con differenze bariche e di geopotenziali a 500hpa quindi molto marcate tra alte e medie-basse latitudini. Le piovose perturbazioni nord-atlantiche e le azioni meridiane artiche scivolano così lungo i margini dell’alta pressione che si comporta come un vero e proprio muro: attraversate le Isole Britanniche e successivamente la Scandinavia, dopo aver aggirato i margini più settentrionali dei campi anticiclonici, le perturbazioni ripiegano in genere verso sud-est, terminando il loro ciclo di vita sui Balcani e sull’Egeo. Il tutto è riassunto, visivamente, nella seguente immagine :

Emisferica riepilogativa della configurazione barica media con Indice AO positivo e relative conseguenze meteo-climatiche.

AO – (Valori < – 0,5): Il Vortice Polare tende ad indebolirsi rispetto al comportamento medio. L’aria sovrastante il Polo guadagna alcuni gradi e questo produce un estensione, ma anche un indebolimento, del Vortice Polare. Diminuiscono i contrasti termici anche all’interno della Troposfera, con distribuzioni bariche che tendono a divenire più uniformi tra le varie latitudini. La pressione al Polo tende ad aumentare, mentre tende a diminuire alle medie latitudini. Con tale configurazione, le depressioni nord atlantiche e le fredde azioni meridiane artiche vengono alimentate in misura minore e tendono, di conseguenza, ad allungarsi e a propagarsi verso latitudini inferiori, generalmente occupate da campi anticiclonici; questi ultimi, sotto la spinta di tali strutture depressionarie, tendono ad indebolirsi e ad essere confinati a latitudini molto basse. Generalmente accade anche che gli anticicloni, specie quello azzorriano, tendano a posizionarsi su Atlantico e Isole Britanniche con possibili congiunzioni, specie nella stagione invernale, con l’Anticiclone russo-scandinavo; essi, in tal modo, favoriscono ondulazioni e possibili blocking atlantici. Con tali situazioni, gran parte dell’Europa, Italia compresa, resterebbe più esposta ad azioni meridiane artiche o, addirittura, a flussi antizonali gelidi nord-orientali. Detto ciò è facile intuire le conseguenze: mentre le alte latitudini avranno un clima generalmente più secco, le medie-basse latitudini e quindi Europa centrale e meridionale, sperimenteranno condizioni più perturbate con precipitazioni più frequenti, e un clima anche freddo specie nella stagione invernale:

Emisferica riepilogativa della configurazione barica media con Indice AO negativo e relative conseguenze meteo-climatiche.

Detto ciò andiamo ora a visionare il comportamento dell’Indice AO in questa stagione invernale attraverso tale grafico:

Andamento dell’Indice AO negli ultimi mesi e tendenza per i prossimi 15 giorni. Fonte: NOAA

Salta all’occhio come nell’intero trimestre invernale (dicembre, gennaio e febbraio) l’Indice sia stato sempre su valori nettamente positivi, eccetto la seconda metà del mese di Dicembre. In modo particolare i valori più elevati si sono registrati proprio nella prima metà di Gennaio e in questa prima decade di Febbraio con due picchi ben distinti: uno quasi a +5 nella prima parte della seconda decade di gennaio e uno da +6.34 di due giorni fa. Tali picchi risultano in completo allineamento con le dinamiche sviluppate in Stratosfera, ovvero con l’inizio del forte Stratcooling che ha visto le fasi più intense proprio in corrispondenza dei picchi troposferici relativi all’indice AO. In modo particolare nel mese di gennaio e anche in questo mese di febbraio il Vortice Polare Troposferico è risultato per ampi tratti dislocato quasi interamente tra Canada, Groenlandia e Polo nord col suo carico di gelo e bassi geopotenziali. Conseguenzialmente le medie e basse latitudini europee sono risultate quasi sempre sedi di forti campi di alta pressione di origine sub-tropicale, con geopotenziali spesso particolarmente elevati e isoterme in quota davvero molto miti per la stagione. Questa differenza di pressione al suolo e geopotenziali a 500hpa così marcata tra alte e medie-basse latitudini è tipica, quindi, dei periodi contraddistinti da indice AO molto positivo, come abbiamo visto in precedenza nella parte didattica.

Per quanto riguarda il picco di +6.34 risulta da record, il più elevato in assoluto da quando si rileva l’indice AO, ovvero dal 1950. Il precedente record era relativo al febbraio 1990 con +5.90.

Come possiamo notare dal grafico tale situazione continuerà almeno per i prossimi 8-10 giorni, mentre per la fine del mese, l’indice esprime incertezza di fase, con delle possibilità, quindi, relative a configurazioni con parvenze più invernali anche sulla nostra Penisola, contraddistinte da un leggero indebolimento del Vortice Polare, con possibile relativa frenata delle velocità zonali alle alte latitudini…Seguiremo a tal proposito i prossimi aggiornamenti in merito… Restate connessi su Meteo in Diretta.

Articolo di Alberto Fucci del 13 Febbraio 2020 alle ore 16:20

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