Antartide: il disastro invisibile all’interno del ghiacciaio Thwaites

Tempo di lettura: 2 minuti.

L’intera regione occidentale potrebbe andare incontro ad una drammatica accelerazione dello scioglimento dei ghiacci.

L’Antartide occidentale è una delle regioni con il tasso di riscaldamento più veloce al mondo. Ne è la prova l’enorme ghiacciaio Thwaites, chiamato anche “Doomsday Glacier” (Ghiacciaio del giorno del giudizio), per la perdita di ghiaccio marino che avanza inesorabilmente da decenni ad un ritmo crescente. Dagli anni ’80 ad oggi Thwaites ha perso circa 595 miliardi di tonnellate di ghiaccio, contribuendo al 4% dell’aumento del livello del mare globale. La perdita di ghiaccio ha accelerato significativamente negli ultimi 30 anni, a causa del cambiamento climatico e delle acque di fusione più calde che penetrano sotto il ghiacciaio.

Una nuova ricerca pubblicata su Communications Earth & Environment ha analizzato il campo geomagnetico dell’Antartide occidentale per mappare il flusso di calore geotermico nella regione, con l’intento di quantificare il calore che si sta generando all’interno della Terra legato al riscaldamento del Polo Sud. I nuovi dati suggeriscono che il riscaldamento dell’atmosfera e dell’oceano non sarebbero gli unici fattori che stanno spingendo il ghiacciaio Thwaites verso il collasso. Potrebbe essere il calore della Terra stessa a giocare un ruolo cruciale nel declino dei ghiacciai antartici.

I ricercatori hanno scoperto che la crosta al di sotto dell’Antartide occidentale, che si trova in una fossa oceanica, è considerevolmente più sottile rispetto all’Antartide orientale – circa 17-25 km rispetto a circa 40 km – esponendo il ghiacciaio Thwaites ad un maggiore calore geotermico rispetto ai ghiacciai situati dall’altra parte del continente. “Sotto il ghiacciaio Thwaites può verificarsi un flusso di calore geotermico fino a 150 milliwatt per metro quadrato”, spiega l’autore principale dello studio Ricarda Dziadek, geofisico presso l’Alfred Wegener Institute (AWI), Helmholtz Center for Polar and Marine Research in Germania.

Lo spessore della crosta si conferma quindi più vulnerabile all’assorbimento di calore dal mantello superiore terrestre, che sperimenta temperature medie di circa 200 °C, influenzando la formazione e l’evoluzione dei ghiacciai per milioni di anni. Questa differenza nel flusso di calore, quantificata per la prima volta in questo studio, potrebbe rivelarsi fondamentale per le sorti del ghiacciaio Thwaites e altri grandi ghiacciai.

“Grandi quantità di calore geotermico possono, ad esempio, portare al congelamento completo del fondo del letto del ghiacciaio o alla formazione costante di un film d’acqua sulla sua superficie”, ha spiegato il coautore dello studio Karsten Gohl, geologo presso l’AWI. Entrambe queste condizioni potrebbero far scivolare più facilmente il ghiaccio sul terreno, facendo sì che la perdita di ghiaccio “acceleri considerevolmente”, ha aggiunto Gohl.

Se il ghiacciaio Thwaites dovesse collassare completamente nell’oceano, il livello globale del mare aumenterebbe di circa 65 cm, devastando le comunità costiere di tutto il mondo. Inoltre, senza la protezione fornita dal ghiacciaio che rappresenta una sorta di tappo per la calotta antartica, l’intera regione andrebbe incontro ad una drammatica accelerazione dello scioglimento dei ghiacci, portando a livelli di innalzamento del mare senza precedenti.

Attualmente il Polo Sud è al centro di un importante progetto di ricerca internazionale, che comprende misurazioni del flusso di calore e perforazioni fino al letto del ghiacciaio Thwaites. Le analisi delle carote di ghiaccio potrebbero fornire un quadro più dettagliato delle condizioni del gigante ghiacciato e delle sue sorti future.