La maggior parte del metano rilasciato proviene dalla produzione di petrolio e gas.
Gli scienziati hanno mappato il rilascio di metano dalle attività umane utilizzando i dati satellitari, rivelando enormi pennacchi emessi principalmente da impianti di petrolio e gas. Queste attività rappresentano dall’8% al 12% di tutte le emissioni di metano, un gas serra particolarmente dannoso per il clima per sua la capacità di trattenere calore in atmosfera e per questo anche più nocivo della CO2.
Il metano è il secondo gas serra più comune in atmosfera dopo l’anidride carbonica ed è in grado di intrappolare circa 80 volte più calore di quest’ultima. Gli scienziati hanno utilizzato le immagini prodotte dal monitoraggio troposferico del satellite Sentinel-5P dell’Agenzia spaziale europea per misurare il rilascio di metano dalle attività umane in tutto il mondo nel periodo 2019-2020.
Hanno scoperto che circa 1.200 degli “ultra-emettitori” visibili – fonti che producono più di 27,5 tonnellate di metano all’ora – provenivano dalla produzione di petrolio e gas, come risultato di attività di manutenzione, malfunzionamenti o perdite di apparecchiature.
Si tratta di “grandi rilasci intermittenti di metano comuni a livello globale e perlopiù non segnalati”, spiega il coautore dello studio Riley Duren, ricercatore presso l’Università dell’Arizona e CEO di Carbon Mapper. Le fonti di carbone, agricoltura e gestione dei rifiuti occupavano un terzo delle emissioni globali.
“In questo decennio critico per l’azione per il clima, ciò sottolinea l’urgente necessità di sistemi di osservazione globale persistenti in grado di rilevare, individuare e quantificare le emissioni di metano su scale rilevanti per il processo decisionale”, ha affermato Duren.
In alto: mappa globale dei 1.200 pennacchi di metano di petrolio e gas rilevati durante lo studio. In basso a sinistra: gasdotti in Russia e in Asia centrale. In basso a destra: un esempio di pennacchio di metano rilevato nell’Africa settentrionale.Lo studio ha evidenziato il Turkmenistan come paese con le emissioni di metano stimate più elevate, seguito da Russia, Stati Uniti, Iran, Kazakistan e Algeria. Tuttavia, non è stato possibile misurare i pennacchi di metano in aree come il bacino Permiano negli Stati Uniti, in alcune zone del Canada e in Cina poiché le emissioni complessive in queste regioni erano troppo elevate per distinguere i singoli ultra-emettitori.
Secondo la ricerca, pubblicata su Science, prevenire il rilascio dei pericolosi pennacchi di metano attraverso il rilevamento di perdite e la riduzione durante la manutenzione equivarrebbe a rimuovere circa 20 milioni di veicoli dalla strada per un anno intero.
Articolo di Erika del 14 Febbraio 2022 alle ore 20:30
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