Freddo polare in arrivo? 3 buoni motivi per non credere agli oroscopi meteorologici

Al primo segnale di cambiamento intravisto dai modelli matematici di previsione meteorologica, la macchina mediatica che lucra sulla disinformazione scientifica si è messa subito in moto riportando notizie di gelo polare in arrivo per il periodo successivo al Natale. Ma vediamo di fare chiarezza in mezzo a tutta questa “spazzatura”, dando 3 principali motivi che smontano parzialmente queste fantomatiche ipotesi.

Punto primo: mancanza di stazionarietà

Per identificare la possibilità dell’incursione di masse d’aria di tipo polare occorre innanzitutto analizzare la dinamica negli alti strati atmosferici su tutto il nostro emisfero. Come sottolineato più volte, lunghi periodi di gelo sulla nostra penisola sono principalmente causati dalla rottura del vortice di aria fredda che staziona nei pressi del polo nord (vortice polare) in vari rami che si estendono verso latitudini meridionali. La previsione per il prossimo 27 dicembre identifica numerosi “rami” di aria fredda protesi verso sud, identificati da massimi di vorticità potenziale ( variabile che permette di identificare lo spostamento di aria negli strati più alti dell’atmosfera) : uno di questi rami (linee viola) è presente proprio sull’Italia. Tuttavia, a questa discesa sono associate velocità zonali, ovvero velocità mediate sull’intera circonferenza della terra ad una determinata latitudine, positive, dunque dirette verso Est proprio nei pressi delle latitudini tipicamente italiane (da 35 N a 45 N).

Struttura del vortice polare in quota (380 K ovvero circa 175 hPa) e venti zonali

Struttura del vortice polare in quota (380 K ovvero circa 175 hPa) e venti zonali

Questo significa che eventuali incursioni di aria fredda avranno natura transitoria, dato che saranno velocemente spinte dal flusso medio verso est. In altre parole, non è presente alcun carattere di stazionarietà che permetta di mantenere la stessa situazione per più giorni.

Punto secondo: mancanza di forti precipitazioni

Per poter “sfruttare” al massimo un’irruzione di aria fredda occorrono due principali ingredienti: presenza di aria abbastanza fredda in quota e forti precipitazioni. Inoltre, è necessario che questi due fattori avvengano più o meno contemporaneamente: un eventuale sfasamento produrrebbe giornate di freddo secco alternate da piogge e caldo. Per quanto riguarda le giornate dopo Natale, sembra che le temperature in quota raggiungeranno il minimo prima della comparsa di precipitazioni di moderata intensità; questo potrebbe inficiare direttamente la possibile comparsa di neve a quote basse dato che le precipitazioni arriveranno nel momento in cui l’aria in quota si è già riscaldata.

Precipitazioni e zero termico previsti per la mattina del 26 Dicembre dal modello del centro LaMMa a bassa risoluzione

Precipitazioni e zero termico previsti per la mattina del 26 Dicembre dal modello del centro LaMMa a bassa risoluzione

Punto terzo: c’è ancora incertezza

Si tratta del punto forse più importante, anche se ne parliamo solo all’ultimo. La predicibilità dei moti atmosferici è soggetta ad un’incertezza che aumenta di pari passo con la gittata temporale della previsione. Nonostante i giorni dopo natale ricadano nella soglia dei 5-6 giorni, vi è un’incertezza non trascurabile identificata dai modelli di ensemble. Un comportamento che abbiamo voluto sintetizzare nell’immagine seguente, dove vengono mostrate tutte le possibili posizioni dell’isoterma di 0°C per il prossimo 27 dicembre. Basta un’occhiata veloce per rendersi conto di come questa possa oscillare tra il versante settentrionale delle Alpi (linea arancione) e l’Africa settentrionale (linea blu). Eppure, un cambiamento di questo tipo potrebbe fare la differenza tra un’altra giornata di pioggia e la possibile comparsa di neve a quote collinari…

Possibili posizionamenti dell'isoterma di 0°C per il prossimo 27 Dicembre

Possibili posizionamenti dell’isoterma di 0°C per il prossimo 27 Dicembre

Per i giorni a venire (28 dicembre in poi) si rafforzano le ipotesi su un possibile aumento dei fenomeni, ma ancora c’è troppa distanza per poter dire qualcosa di particolare.

Quindi…siete ancora sicuri di voler seguire chi, settimane prima, annuncia la neve con precisione millimetrica?

Articolo di Guido Cioni del 22 Dicembre 2014 alle ore 12:18

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